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INTERVISTE

Fernando Cámara: "Il cinema può aiutare i messicani a capirsi meglio"
PA230021-150px.jpg (5559 byte)Il film in concorso El misterio del Trinidad è stato accompagnato a Trieste dal produttore Fernando Cámara Sánchez. E' un film che narra la ricerca di un galeone spagnolo affondato secoli fa nel Golfo del Messico e su cui si posano le speranze del cinema d'autore  messicano. "Fino al 1992 si producevano 100 film all'anno, però nello stesso periodo sono state privatizzate 3000 sale cinematografiche. Come conseguenza, il cinema messicano ha perso spazio e le sue produzioni si sono ridotte sensibilmente; nel 1998 se ne sono prodotti 3 e adesso non si girano più di 10 film all'anno." spiega Cámara Sánchez nell'intervista.
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Carlos Walter Rojas: "Un'America Latina unita e forte fa paura"
IMG_5291-150px.jpg (4945 byte)Il colombiano Carlos Walter Rojas ha presentato nella sezione Presente e memoria: i travagli dell'America Latina, cinque documentari sul suo Paese realizzati da lui e la moglie Mónica Lucía Rueda. Le conseguenze della violenza sugli innocenti e le lotte per tutelare l'identità degli indigeni tra gli argomenti trattati nei documentari. La mescolanza e l'identità latino americana sono alcuni dei temi cari a Rojas, che, a proposito della sua America Latina, dice: "Non siamo Paesi poveri, abbiamo tante risorse naturali, ci manca la stabilità politica. E penso che faccia paura l'idea di un'America Latina unita, forte, in grado di competere e di parlare con una sola voce."
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Paulo Morelli: "Stiamo riconquistando il pubblico brasiliano"
DCP_6360-150px.jpg (6963 byte)Il regista brasiliano Paulo Morelli (San Paolo, 1956) presenta nel concorso della XVIII edizione del Festival Latino Americano A viva voz, una commedia di intrecci amorosi che hanno come sfondo un sequestro e un tentativo di assassinio. "E' una commedia su una conversazione telefonica al cellulare. Il protagonista decide di separarsi dalla sua amante e durante la conversazione d'addio viene ascoltato dalla moglie" spiega il regista. Nell'intervista Morelli è cauto sulle aperture del governo di Lula nel cinema: "Abbiamo molte speranze, ma bisogna aspettare per vedere i risultati"
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Rafael Mercedes: "La gente si sta stancando delle solite storie di Hollywood"
DCP_6353-150px.jpg (7929 byte)Rafael Mercedes è il produttore esecutivo del film dominicano Pasaporte rojo, in cui ha investito tutta la sua fortuna. Dominicano di nascita, è cresciuto negli USA senza però perdere l'orgoglio delle sue radici latine ed è tornato recentemente a vivere nella sua terra. Ha molta fiducia nel suo film e nel cinema latino americano, negli USA e in America Latina perché, spiega, "la gente inizia a stancarsi delle solite storie di Hollywood, ha voglia di qualcosa di nuovo e credo che il cinema latino possa inserirsi in questo spazio"
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Henrique de Freitas Lima: Ho fiducia nel buon cinema e nella credibilità dei personaggi

PA220021-150px.jpg (7070 byte)Henrique de Fritas Lima è il regista del brasiliano Concerto Campestre, la storia di un proprietario terriero del Rio Grande do Sul, nel Brasile meridionale, che crea una propria orchestra dopo aver ascoltato suonare alcuni indios. E' un film che racconta un Brasile differente, lontano dall'immagine e dagli stereotipi del cinema brasiliano. Spiega infatti il regista nell'intervista che il suo obiettivo e "fare un buon cinema, con personaggi credibili. Il mio obiettivo è scoprire le radici della mia terra"
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Eva Tarr Kirkhope: ho tolto la benda dagli occhi a molte persone

DCP_6238-150px.jpg (8179 byte)Eva Tarr Kirkhope, direttore del Festival del Cinema Latino Americano di Londra, è a Triste come membro della Giuria del Festival. Cubana, sorridente e ottimista, Tarr Kirkhope racconta in questa intervista il lavoro e i meriti del suo Festival per diffondere e distribuire nel Regno Unito il cinema latino americano. E non nega un certo ottimismo per il futuro della distribuzione delle opere latine in Europa. "Cinque anni fa non mi sarei sentita tanto ottimista, ma adesso penso che in Europa ci sia spazio anche per il cinema latino americano, grazie ai Festival che propongono i nostri film."
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Dyszel: i balseros annegati, desaparecidos di Cuba
DCP_5884-150px%.jpg (6724 byte)L'argentino Jorge Dyszal e la cubana Audry Gutiérrez Alea, figlia del grande regista di Fragole e cioccolato e Guantanamera Tomás, sono il regista e la protagonista di ...En fin, el mar, in programma al Festival oggi alle ore 11 e alle 22.30. Entrambi sono anche autori della sceneggiatura. In questa intervista raccontano la genesi del loro film, il primo realizzato a Cuba su una storia di balseros, e le reazioni suscitate.
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Enrique Álvarez: la creatività è individuale, ma il contesto condiziona
DCP_5972-cut-150px.jpg (5671 byte)Il cubano Enrique Alvarez ha presentato lunedì pomeriggio al Festival, il suo ultimo film, Miradas. E Cuba è anche l'argomento principale dell'intervista che ci ha rilasciato: le difficoltà della produzione a causa della crisi economica e anche, sottolinea Alvarez, culturale, i confronti con il mercato internazionale, i problemi della distribuzione. "La creatività è individuale" spiega Alvarez "ma il contesto condiziona il lavoro degli artisti".
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Marcela Serrano: Grazie al Festival
pserrano.jpg (8644 byte)La scrittrice cilena Marcela Serrano è la presidente della Giuria della XVIII edizione del Festival del Cinema Latino Americano di Trieste. Con lei abbiamo parlato di cinema latino americano, delle difficoltà di tradurre in immagini i libri, del trentennale di Salvador Allende, dell'importanza dei Festival di cinema latino americano: "Sono Festival importanti perché aprono uno spazio, permettono ai registi e ai produttori di aprirsi una finestra in Europa, farsi conoscere. Dobbiamo ringraziare Festival di questo tipo."
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Rodrigo Diaz:
"Un ponte tra Italia e America Latina"

pdiaz.jpg (7316 byte)Il direttore de Festival del Cinema Latino Americano Rodrigo Diaz (Cile, 1950) traccia un bilancio dei primi 18 anni della manifestazione. La precarietà economica mai superata e un riconosciuto prestigio internazionale che ha dato a Trieste una visibilità che prima non aveva in America Latina. Ma non solo, il Festival vuole essere un ponte culturale tra l'Italia e l'America Latina, uno stimolo perché l'Italia non dimentichi i suoi immigrati nel continente e perché i cineasti latinoamericani abbiano anche nell'Italia un referente europeo. E in 18 anni di Festival triestini anche la consapevolezza che il cinema latinoamericano produce film di grande interesse che non trovano spazio sui mercati internazionali anche per la mancanza di progetti adeguati dei Paesi più grandi del continente.
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