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INTERVISTE

"Stiamo riconquistando il pubblico brasiliano"

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Paulo Morelli
regista di A viva voz
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- Quali sono i riferimenti alla realtà che troviamo in A viva voz?
"Il film riflette su come il cellulare, Internet e le video camere di sicurezza violano la nostra privacy"

- E' una riflessione sulle due facce della tecnologia?
"La tecnologia ci aiuta a vivere meglio e, d'altra parte, controlla le nostre vite. Per questo ho voluto riflettere sul tema come un gioco, con umorismo. Non è una critica severa, ma un'analisi delle conseguenze del progresso tecnologico. Da una parte otteniamo cose positive, dall'altra però perdiamo altre cose. Ho voluto approfittare di questa opportunità per fare umorismo su un tema contemporaneo perché tra 5-10 anni questa tecnologia sarà vecchia"

- In generale i film brasiliani tendono ad essere seri. Esiste la commedia nel vostro cinema?
"C'è una tendenza a produrre film seri in Brasile, un paese allegro, con un popolo allegro e solare. Negli anni '50 e '60 si facevano molte commedie, si parlava anche di temi sessuali. Dopo, alla fine dei '60 e '70, è diventata di moda la corrente del cinema nuovo, che ha portato all'abbandono della commedia. Ma la commedia piace molto, per questo ho voluto usare questo genere"

- Questa tendenza di fare film tristi ha a che vedere con la situazione del paese?
"Durante la dittatura, dal 1964 al 1984, la tendenza era di parlare di cose serie. con l'arrivo della democrazia abbiamo avuto maggiore libertà creativa, nonostante la crisi"

- Come ha cambiato i brasiliani l'arrivo della tecnologia?
"Esistono 20-30 milioni di brasiliani che utilizzano il telefono cellulare. Nelle favelas ci sono televisioni e altri apparecchi tecnologici. Però, alla fine, non è la tecnologia che cambia la gente"

- Qual'è l'attuale situazione del cinema in Brasile?
"Stiamo vivendo un buon momento, il cinema sta crescendo. Il 20% delle pellicole che si sono prodotte nel 2003 arriverà nelle sale. Stiamo riconquistando il pubblico brasiliano e si stanno producendo fil più accesibili alla gente"

- Qual'è stata la funzione dello Stato?
"Esiste una legge che incentiva la cultura e permette alle imprese di investire nel cinema, avendone detrazioni fiscali"

- Intende continuare a produrre commedie?
"Voglio lavorare in altri generi; ho fatto due lungometraggi: Il prezzo della pace e A viva voz, il primo è un dramma storico e il secondo è una commedia. Il mio prossimo progetto sarà un dramma urbano e spiega come i mezzi di comunicazione possono condannare una persona. Mi piace la molteplicità di direzioni che offre il cinema"

- Come considera il livello del cinema latinoamericano?
"Messico, Argentina e Brasile stanno guidando il settore e mi piace molto quello che stanno facendo i messicani e gli argentini"

- Che opinione ha dei registi messicani passati a Holywood?
"E' una cosa positiva, però si corre il rischio di perdere le proprie radici. Certo, le proprie radici si possono conservare, però è difficile non perdere la propria personalità in quella grande macchina che è Hollywood, ma allo stesso tempo gli USA sono una tentazione molto forte. Spero che facciano buoni film"

- Le suscita speranze il governo di Lula?
"Molte, ma allo stesso tempo è un governo con un profilo autoritario. Bisogna vedere cosa succede nel tempo"

- Lei ha un'immagine ottimista di Hollywood?
"Credo che sappiano far ele cose che il pubblico vuole. C'è molta intelligenza, non sono stupidi, ma noi latini e gli europei non vogliamo fare cinema d'azione o d'avventura"

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