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Presentazione XXXIV Edizione

34° Festival del Cinema Latino Americano a Trieste - poster

34° FESTIVAL DEL CINEMA LATINO AMERICANO
Trieste, 9-17 novembre 2019

È questa, forse, la prima volta che la presentazione del Festival è condizionata in parte da uno scenario latinoamericano totalmente sconvolto.

Le manifestazioni di protesta contro sistemi economici insensati, con politiche totalmente sganciate dalla realtà che creano solo esclusione, miseria e negazione degli elementari diritti umani e che affliggono numerosi paesi, hanno trovato quasi sempre come risposta un’insensata e incomprensibile repressione, con scarsa volontà di dialogo.

In siffatte congiunture, chi si occupa di promuovere la cultura e l’arte non può essere pusillanime, guardare altrove o mantenere un atteggiamento equidistante, no: si impone una presa di posizione per stare dalla parte del diritto, della giustizia, delle aspirazioni della maggioranza. Abbiamo sempre fatto uno sforzo per contribuire a superare gli stereotipi che caratterizzano lo sguardo europeo verso l’America Latina, che si ingigantiscono quando partono da un prisma politico interessato.

L’immagine che ci arriva dall’“altro Occidente” è, in alcuni casi, addirittura desolante.
Ma l’America Latina è solo questo? Ovviamente no. C’è un’altra America Latina, che lavora, che sogna, che crea, che aspira al diritto ad essere felici ed è proprio quest’altra faccia del subcontinente americano che ogni anno ci proponiamo di presentare a Trieste; senza ignorare ovviamente le situazioni di crisi. Siamo nati con la volontà di narrare l’America Latina e crediamo di essere stati coerenti nel corso di tutti questi 34 anni.

E coerentemente con ciò, inauguriamo il Festival di quest’anno con un documentario sulla bossa nova, il genere musicale brasiliano per antonomasia, che ebbe una straordinaria influenza su tutta una generazione di cantanti italiani. I ragazzi di Ipanema è un’opera di Tonino Pinto - giornalista, critico cinematografico, operatore culturale, conoscitore della geografia umana e culturale dell’America Latina - realizzata per commemorare i 50 anni di questo genere musicale, determinante per la coesione culturale e l’identità nazionale di un paese di quasi 200 milioni di abitanti. In questo modo intendiamo veicolare un’idea del Paese del grande Vinicius de Moraes svincolata dall’immagine del Brasile diffusa in questo periodo e che ci propinano con frequenza i mezzi di comunicazione.

Quest’edizione del Festival si arricchisce inoltre di due prestigiosi accordi che ci permetteranno di ampliare la diffusione della ricca produzione artistica e culturale latinoamericana e dei suoi importanti vincoli storici con il “Vecchio” continente. L’accordo con il Museo della Comunità ebraica di Trieste “Carlo e Vera Wagner” permetterà che si conosca, a partire da quest’anno, la produzione cinematografica della comunità ebraica di tutto il subcontinente con una rassegna in programma presso la sede del Museo.

L’altro accordo, con il Castello di Miramare, vuole essere un rinnovato ponte tra il Castello e il Messico. I loro vincoli storici sono noti e la nostra funzione, al di là di terreni comuni di reciproca promozione, consisterà nell’organizzazione ogni anno di una programmazione nel Castello di opere cinematografiche che abbiano attinenza al legame storico, in particolare su temi legati all’etnografia, alle culture precolombiane, al sincretismo religioso, alle tradizioni, alla cultura culinaria, ecc.

Una terza novità che offriamo alla considerazione del pubblico e delle istituzioni e che si prefigge di consolidare le relazioni con il mondo universitario è la Sezione Cinema e Letteratura, sezione che abbiamo voluto rendere competitiva e la cui giuria è composta da docenti universitari degli otto atenei con i quali l’APCLAI, l’associazione organizzatrice del Festival, ha stabilito accordi. Si tratta di un programma composto da classici della letteratura latinoamericana divenuti poi adattamenti cinematografici e documentari sui più importanti scrittori dell’altro lato dell’Atlantico.
Il resto della programmazione segue i criteri che abbiamo sempre adottato, sia nell’architettura del Festival che nell’elaborazione del programma nelle sue diverse sezioni.

Non smette di sorprenderci l’interesse che l’evento suscita in America Latina (occasione unica durante l’anno nella quale si parla di Trieste nel nuovo continente). Per quanto questo interesse si spieghi in parte con il prestigio di cui gode il Festival in America Latina, frutto dell’attenta selezione delle opere in programma, ci meraviglia la quantità di cineasti che aspirano a partecipare con le loro opere, nonostante siamo l’unico evento storico sul cinema latinoamericano in Europa ad offrire praticamente solo premi e riconoscimenti simbolici. …E pensare che cineasti del calibro e del prestigio internazionale consolidato come Ciro Guerra e Pablo Larraín hanno mosso i loro primi passi con le loro Opere Prime proprio nel Cinema Teatro Miela di Trieste!

 

La Direzione del Festival
Rodrigo Diaz - Francesca Mometti