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37° Festival del Cinema Ibero-Latino Americano di Trieste: storie d'amore, di resistenza e di salvataggi in mare, con la Open Arms

Nel programma del 15 dicembre anche "Cuando la miro", debutto alla regia di Julio Chávez.
Al Dipartimento di Studi Umanistici, prosegue l'Omaggio a Manuel Antin.

"CUANDO LA MIRO" di Julio Chávez

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data pubblicazione: 15 Novembre 2022

Nella seconda giornata del 37° Festival del Cinema Ibero-Latino Americano di Trieste, molti spunti di riflessione sull'amore, la terza età, le malattie, l'empatia, i rapporti familiari da cui nasce sempre tutto. Storie di resilienza e di resistenza, che non lasciano indifferenti.

Martedì 15 novembre inizia al Teatro Miela alle ore 9.10 in Sala Grande, con la coproduzione cileno-belga-francese La Francisca, una juventud chilena di Rodrigo Litorriaga, che racconta le inquietudini della giovane Francisca, decisa ad aiutare il fratellino minore, autistico, fino a mettere in moto meccanismi dalle conseguenze irreversibili. Parla di malattia anche il cileno El pa(de)ciente di Constanza Fernández, in programma alle ore 11.00, per denunciare l'inadeguatezza del sistema sanitario dal lato di un dottore diventato paziente, vittima di una malattia degenerativa.

Nel pomeriggio, arrivano due film argentini in gara in Contemporanea Malvinas: alle ore 15.00, Cuando ya no esté di Martín Viaggio indaga ancora sulla malattia, proponendo la storia di Arturo, malato terminale a cui viene proposta una terapia dagli effetti "sorprendenti"; subito dopo, alle ore 17.00, Malos aires di Damián Comas, coproduzione argentino-ispano-italo-messicana, segue un'ex coppia argentina, che si incontra a Madrid dopo il lockdown e affronta tutto il non detto in una notte. Dopo la proiezione, il regista Damián Comas incontrerà il pubblico.

Per Contemporanea Concorso, alle ore 19.00, il messicano Hasta el fin de los tiempos di Alejandro Molina racconta le vicende di Patricio, da poco separatosi dalla moglie, intrecciate a una minaccia nucleare con finale inatteso. Al termine, l'incontro con il regista Alejandro Molina.

La serata propone due film presentati dai loro registi, che, dopo la proiezione, incontreranno il pubblico. Alle ore 21.00, si inizia con una produzione argentina, Cuando la miro, storia di un rapporto materno filiale, opera prima alla regia cinematografica del popolare attore argentino, e già apprezzato regista teatrale, Julio Chávez. Conclude la giornata della Sala Grande, alle ore 22.50, il cileno Zurita y los asistentes di Jael Valdivia, che emoziona con la lotta di Raúl Zurita, uno dei più importanti poeti cileni, colpito da anni dal Morbo di Parkinson ma deciso a continuare a salire sul palcoscenico, per suonare l'amato rock.

In Sala Birri, la seconda giornata di proiezioni inizia con due opere di Contemporanea Concorso. Alle ore 9.10, il film dominicano El Blanco di Alejandro Andújar racconta lo sfrenato triangolo amoroso tra Génesis, il marito di pelle bianca, El Blanco, per l'appunto, che è stata costretta a sposare, e la di lei sorella, arrivata dopo una lunga lontananza. Poi tocca a Cuba e all'omaggio di Aarón Vega Granados al suo famoso papà, il cineasta Pastor Vega, uno dei più innovatori del cinema cubano: Adiós, papi è il titolo del documentario, una coproduzione di Cuba, USA e Portorico.

Nel pomeriggio alle ore 16.00, si sbarca in Europa, con lo spagnolo Cartas mojadas di Paula Palacio, che in Contemporanea Concorso racconta il lavoro di Open Arms, imbarcazione che salva vite dei migranti in mare e non sempre riesce nel suo obiettivo. L'argentino Noh di Marco Canale, Juan Fernández Gebauer, Ignacio Ragone, in gara nella sezione Mundo Latino, porta alle ore 18.45 a Tokyo, dove una delle attrici di un'opera teatrale messa in scena da un regista argentino, cerca di salvare il suo teatro Noh dalla distruzione, ballando una danza proibita alle donne. Al termine della proiezione, incontro con il regista Marco Canale.

La serata della Sala Birri è tutta spagnola, con tre mediometraggi della sezione Salón España: dalle ore 21.00, Todas íbamos a ser reinas di Yain Joel Rodríguez Alvarado, denuncia la violenza di genere e il machismo nel Messico; segue la coproduzione ispano-cubana El gran teatro di Gabriel González-Andrío, dichiarazione d'amore a L'Avana e all'arte dei suoi abitanti; Francisco Franco republicano di Paula Blesa ripercorre la fuga di Francisco Franco, solo un omonimo del feroce dittatore, costretto a lasciare la sua terra nel 1936, per i suoi legami con i repubblicani; nella fuga in Europa, gli incontri anche con Antonio Machado e George Orwell.

I film presentati al Teatro Miela sono in versione originale, con sottotitoli in italiano a cura di APCLAI Subtitles.

Nell'Aula Cinema del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università degli Studi di Trieste, in via Principe di Montfort 3, prosegue l'Omaggio a Manuel Antin, realizzato nell'ambito della sezione Cinema e Letteratura. I film in programma martedì 15 novembre sono, alle ore 16.00 Allá lejos y hace tiempo, che, tratto dall'omonima opera del naturalista e ornitologo britannico William Henry Hudson, racconta la sua vita e infanzia nella Pampa argentina; alle ore 18.15, l'ultimo film girato da Antin, nel 1982, prima di dedicarsi alla direzione dell'INCAA, l'Istituto che promuove il cinema argentino: La invitación, tratto dall'omonima opera di Beatriz Guido, narra della complicata situazione creata in una tenuta della Patagonia da un misterioso visitatore che non è il cacciatore che sembra.

I film di Antin sono in versione originale, senza sottotitoli in italiano.

L'intensa giornata propone alle ore 9.30 alla Scuola Superiore di Lingue Moderne per interpreti e traduttori, in via Fabio Filzi 14, a Trieste, un incontro degli ospiti del Festival con il pubblico; saranno presenti Sergio García Locatelli (Distribuitore Internazionale, Madrid), Rosalía Ortiz de Zárate (distributrice internazionale, Buenos Aires), Paola Rizzi (regista, Argentina). L'evento è gratuito, con interpretazione simultanea.

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