edizione più recente: Cinelatinotrieste 2023

CINEMA E LETTERATURA

I film di questa sezione sono:

CIRCE

di Manuel Antín
Argentina - 1964 - 80 min.
(lingua: spagnolo)

Mercoledì 16 novembre

NERUDA FUGITIVO

di Manuel Basoalto
Cile - 2015 - 90 min.
(lingua: spagnolo / sottotitoli: italiano)

Venerdì 18 novembre

ZURITA Y LOS ASISTENTES

di Jael Valdivia
Cile - 2021 - 60 min.
(lingua: spagnolo / sottotitoli: italiano, inglese)

Martedì 15 novembre

VIOLETA EXISTE

di Rodrigo Avilés Pérez
Cile - 2022 - 75 min.
(lingua: spagnolo / sottotitoli: italiano, inglese)

Lunedì 14 novembre

ERNESTO EN LA TIERRA

di Manuel Alejandro Bonilla
Costa Rica / Nicaragua - 2021 - 74 min.
(lingua: spagnolo / sottotitoli: italiano)

Giovedì 17 novembre

EL LUGAR SIN LIMITES

di Arturo Ripstein
Messico - 1977 - 111 min.
(lingua: spagnolo / sottotitoli: italiano)

Mercoledì 16 novembre

Omaggio a Manuel Antin

LA CIFRA IMPAR

di Manuel Antín
Argentina - 1962 - 85 min.
(lingua: spagnolo)

Lunedì 14 novembre

LOS VENERABLES TODOS

di Manuel Antín
Argentina - 1962 - 85 min.
(lingua: spagnolo)

Mercoledì 16 novembre

INTIMIDAD DE LOS PARQUES

di Manuel Antín
Argentina - 1965 - 65 min.
(lingua: spagnolo)

Lunedì 14 novembre

CASTIGO AL TRAIDOR

di Manuel Antín
Argentina - 1966 - 70 min.
(lingua: spagnolo)

Martedì 15 novembre

DON SEGUNDO SOMBRA

di Manuel Antín
Argentina - 1969 - 105 min.
(lingua: spagnolo)

Mercoledì 16 novembre

ALLA LEJOS Y HACE TIEMPO

di Manuel Antín
Argentina - 1978 - 128 min.
(lingua: spagnolo)

Mercoledì 16 novembre

LA INVITACION

di Manuel Antín
Argentina - 1982 - 85 min.
(lingua: spagnolo)

Martedì 15 novembre

 

Manuel Antin

SU MANUEL ANTIN

Manuel Antín, regista di undici lungometraggi realizzati tra il 1962 e il 1982. Manuel Antín direttore dell’Instituto Nacional de Cinematografía della Repubblica Argentina tra il 1983 e il 1989. Manuel Antín fondatore e Rettore dell’Universidad del Cine dal 1991.

Attività cinematografica, culturale, accademica.

Tre lenti d’ingrandimento attraverso le quali possiamo osservare colui che si trova al centro di Cartas Ilumidanas (Lettere Illuminate), il documentario di Cinthia Rajschmir, che mette a fuoco la puntuale e ricca relazione tra il cinema e la letteratura sostenuta da Antin (il regista) e Cortázar (lo scrittore).

Attività cinematografica: Il cinema di Manuel Antin

Possiamo certamente parlare di un cinema di Manuel Antín, di una firma autoriale, non tanto per una ricorrenza di tematiche, quanto perché, avendo egli fatto parte della Generación del ‘60 del cinema argentino, ha sviluppato una narrativa audiovisiva d’avanguardia, che non rinuncia a mettere in scena storie profondamente umane e vicine dalle quali la macchina da presa ci allontana per permetterci di incontrarle di nuovo.

Il rapporto con la letteratura presente in molti dei suoi film - in particolare in quelli ispirati ai racconti di Julio Cortázar ma anche il suo lavoro a partire dall’opera dello scrittore paraguaiano Augusto Roa Bastos (Castigo al Traidor, 1960) - è fecondo e i suoi film vanno ben oltre la semplice trasposizione del testo letterario. Antin non si limita a seguire la storia narrata in parole: la presenta con la precisione di un linguaggio audiovisivo definito e chiaro per lo spettatore. 

Umberto Eco, nel suo testo dedicato alla traduzione (Dire quasi la stessa cosa, 2003, pubblicato da Bompiani), sostiene che, tra il testo di partenza e quello di arrivo (il testo tradotto), si stabilisca una negoziazione il cui risultato non è la fedeltà all’opera letteraria bensì una creazione che, in un modo nuovo, è fedele al testo di partenza.

Analogamente, i film di Manuel Antín sono una negoziazione, un’avventura in cui la storia di partenza è oggetto di una cristallizzazione nella narrazione cinematografica capace di indagare sul suo stesso linguaggio e nella quale nasce un nuovo “come” del testo, dato dall’inquadratura, dalla fotogenica (sono innumerevoli le inquadrature di incredibile bellezza che possiamo ricordare dei suoi film) o dal montaggio che ci offre una visione del tempo scomposta e reale (La Cifra Impar) e che mostra qualcosa di nuovo, che era latente nell’opera letteraria.

I suoi ultimi film (Juan Manuel de Rosas, Don Segundo Sombra, Allá lejos y hace tiempo), che, a differenza dei suoi lavori precedenti, sono a colori, riprendono tematiche legate alla storia e alla tradizione argentina. Si tratta di un registro diverso che potrebbe essere considerato più convenzionale. Tuttavia, ciò che propone Manuel Antin (come fece il suo caro amico Leopoldo Torre Nilsson) è di inserire in una tematica e in un modello di rappresentazione stabilito la qualità di un linguaggio che lo modifica e che, essendo attraente per uno spettatore medio, lascia le impronte di un’enunciazione autoriale. Senza dubbio è possibile trovare una risonanza nell’alternanza dei racconti di Borges, tra l’assoluto de El Aleph e la tradizione gaucha de La intrusa.

Attività culturale: Il cinema argentino in democrazia 

Con il ritorno alla democrazia in Argentina, nel 1983 prende avvio una nuova fase della vita culturale del Paese. Il cinema nazionale - erede di una lunga tradizione che ebbe il suo apice industriale negli anni ‘40-’50 e che negli anni sessanta conobbe punte all’avanguardia tra gli esponenti della già menzionata Generazione degli anni ‘60 così come nel cinema politico sviluppatosi contemporaneamente - si trova di fronte ad una nuova sfida.

All’inizio di questa nuova fase politica in Argentina, il cinema si trova finalmente nella condizione di poter manifestare ciò che nel periodo precedente non aveva potuto esprimere: stili, temi, persone e personaggi che ancora non erano arrivati sullo schermo. 

Manuel Antin accetta la sfida di ricoprire un ruolo di primo piano nell’organo dello stato argentino deputato alla promozione e alla realizzazione audiovisiva con il pieno appoggio del neoeletto Presidente della Nazione, Raúl Alfonsín. L’obiettivo: lasciare un segno nella storia. La sua attività pubblica permise che cineasti delle più diverse posizioni estetiche e ideologiche potessero avere accesso a finanziamenti e a sussidi per realizzare i propri film. A partire da La historia Oficial (Luis Puenzo, 1985), primo film argentino a vincere un premio Oscar, passando per il cinema trasgressivo di Jorge Polaco (Diapasón, 1986), senza contare la partecipazione di giovani tecnici e registi, fu tutto un susseguirsi di eventi che segnarono un ricco e plurale sviluppo dell’audiovisivo nel Paese. 

Questo appoggio, e la successiva crescita della produzione nazionale, è stato sapientemente accompagnato da un intenso lavoro di inserimento del cinema argentino all’estero, con la partecipazione a festival e con la creazione di Argencine, entità con la finalità di distribuire il cinema all’estero e che rese possibile la presenza nei mercati ai film low-budget.

Bilancio della sua gestione: un nuovo cinema argentino (in democrazia) posizionato nel mondo. 

Attività accademica: l’Universidad del Cine 

La conclusione del suo mandato all’Instituto Nacional de Cinematografia non ha estinto la sua passione per la promozione della produzione cinematografica. Il suo interrogativo passò ad essere quello di come formare i giovani che racconteranno nuove storie. La risposta per Antin era nell’Università. Perché proprio lì? Nella tradizione accademica, l'Università è sempre stata lo spazio della diversità, del dibattito, della libertà di pensiero, dell’incontro tra diversi saperi. Perché nello sguardo di Manuel Antin non basta essere esperti nella tecnica del microfono, nella perfetta realizzazione di una scenografia, nella ripetizione di formule narrative o nella scelta dell’apertura del diaframma ideale per una ripresa. Per Antin, tutte queste operazioni fondamentali del cinema si sostengono a vicenda nella comprensione globale dell’arte cinematografica. La storia dell’arte, la filosofia, la semiologia e la letteratura non possono essere estranee a chi su un tavolo di montaggio deve prendere decisioni o a chi deve progettare la strategia di lancio di un film.

L’Universidad del Cine è stata definita come un luogo di incontro tra discipline e, soprattutto, tra persone appassionate che si riuniscono nei corridoi, nei cortili e nelle aule per portare avanti i propri progetti. 

È per questo che una delle premesse fondamentali della creazione dell’Universidad del Cine è filmare, filmare, filmare. 

Più di cento cortometraggi all’anno, cinque lungometraggi prodotti dalla stessa Università e decine di lungometraggi realizzati da ex allievi con finanziamenti istituzionali rappresentano un’evidente manifestazione della volontà e del lavoro di Manuel Antin come fondatore e rettore dell’Universidad del Cine. 

Un successo in cui tutta questa fatica trova compimento è la formazione di tutta una generazione di realizzatori tra cui Damián Szifrón, Pablo Trapero, Ana Katz, Ariel Winograd, Juan Taratuto, Paula Hernández, Juan Villegas, Andy Muschietti, Celina Murga, Albertina Carri, Alejandro Fadel, Santiago Mitre, Lisandro Alonso, Rodrigo Moreno, Ulises Rosell, Mariano Llinás, Matías Piñeiro, Alejo Moguillansky, Hernán Musaluppi.

Per concludere, possiamo affermare che Manuel Antin è stato tre volte fondatore di un nuovo cinema argentino: attraverso le sue opere cinematografiche, con la promozione dell’audiovisivo a livello nazionale e, in terzo luogo - attività nella quale persevera, con quotidiana passione - con la formazione dei nuovi realizzatori da cui dipenderanno le creazioni del futuro.

Impossibile chiudere questa presentazione senza citare una frase tratta da una conversazione che Antín e Cortázar intrattennero dopo la proiezione di La Cifra Impar, nella quale Antin dice a Cortázar: “Mi piacerebbe essere uno scrittore come te”. Cortázar gli risponde: “Mi piacerebbe essere un regista come te”.

Luis Facelli