Cinema Teatro Miela  
Piazza Duca degli Abruzzi, 3 - Trieste  
promosso da APCLAI  
Direzione del Festival: Rodrigo Diaz  

Giuria ufficiale della XXII edizione del Festival

La Giuria della Sezione Film in concorso è composta da:
Miguel Littin (Cile) – Presidente
Luis Reneses de La Fuente (Spagna)
Gian Vittorio Baldi (Italia)
Miguel Mato (Argentina)
Fernando Pimenta (Brasile)

La Giuria della Sezione Video e Televisione è composta da:
Sergio León (Galles/Cile)
Lodovica Marini (Italia)
Iris Martín-Peralta (Spagna)

Festival del cinema Latino Americano - premio

La Giuria della Sezione Colonna Sonora è composta da:
Silvo Donati (Coordinatore)
Astrid Donati
Vera Santillo

La Giuria della Sezione Fotografia è composta da:
Francesco Romagnoli (Coordinatore)
Teresa Catalano
Linda Dorigo
Fulvia Fornasaro
Umberto Laureni

PREMIO UNION LATINA
Coordinatore: Alessandro Melioli
Giuria composta dagli studenti del Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico

 

Miguel Littin

Nasce nella provincia di Palmilla, Provincia di Colchagua, in Cile, il 9 agosto 1942. Dopo aver compiuto studi di arte drammatica e di scenografia presso l’Università di Santiago e dopo aver scritto alcuni lavori teatrali («Raíz cuadrada da Tres», «La mariposa debajo del zapato», «Y me muero de amor por tus palancas»), nel 1962 si avvicina al cinema collaborando con Joris Ivens per A Valparaiso e EI tren de la victoria.

Nel 1969 dirige Lo sciacallo di Nahueltoro che, partendo da un omicidio commesso da un contadino, attacca violentemente il potere della magistratura. Nel 1971 gira Compagno Presidente, una lunga intervista di R. Debray a Salvador Alliende e, nello stesso anno, è eletto Presidente della Chile-Films dal governo di Unidad Popular. Del 1972 è La terra promessa, cronaca di una sanguinosa rivolta contadina di inizio secolo. Appena terminate le riprese, si verifica il colpo di Stato di Pinochet: Littin si rifugia prima a Cuba e poi in Messico, dove gira Actas de Marusia. Dopo il colpo di stato si stabilisce in Messico.

Tornato in Cile, nel 1985-86 gira in clandestinità Acta general de Chile, documentario sulla dittatura di Pinochet. Con il ripristino della democrazia in Cile, il regista abbandona l’esilio e torna definitivamente in patria. Nel 1999 dirige Tierra de Fuego, racconto ambientato nello scenario selvaggio della Terra del Fuoco e sceneggiato con la collaborazione di Luis Sepúlveda. Miguel Littin è stato assistente alla regia di Helvio Soto in Yo tenía un camarada (1964); è inoltre stato attore in EI analfabeto (1965), Ana (1965), Mundo magico (1966), diretti dallo stesso Soto.

Sensibile al fascino della grande letteratura ispanoamericana, ha anche adattato opere di Alejo Carpentier (El recurso del método, 1978), di Gabriel García Márquez (La viuda de Montiel, 1979) e di Pedro Prado (Alsino y el cóndor, 1982, finalista per l’Oscar).

 

Luis Reneses de La Fuente

Nato a Huete (Cuenca, Spagna) nel 1951. Ha studiato presso il Liceo dei Salesiani a Cuenca e presso il COU (Liceo Sol, Madrid). Dal 1967 si è occupato per un decennio di lavori pubblicitari, di cinema e televisione nella veste di aiuto nella produzione e nella regia e di sceneggiatore. Nel 1976 entra nei quadri della Televisione Spagnola.

Dal 1976 al 1983 è Direttore di produzione di 15 lavori, fra i quali Santa Teresa, Cervantes, El hombre y la tierra (serie documentaristica).

Successivamente produce opere quali Las gallinas de Cervantes di Alfredo Castellón, El hombre europeo di Folco Quilici, Mala racha di José Luis Cuerda. Dal 1987 al 1991 è stato Produttore Esecutivo di 50 co-produzioni con l’America Latina in film, fra gli altri, di Fernando “Pino” Solanas (El viaje) e Paul Leduc (Barroco) e nella serie Amores Diffíciles (6 lungometraggi basati su racconti di Gabriel García Márquez). Numerosi i lavori seguiti in qualità di Direttore della Produzione e di Delegato per le Produzioni Cinematografiche negli anni 1991- 2004: El Quijote di Manuel G. Aragón, Guantanamera di Tomás Gutiérrez Alea, La mala educación di Pedro Almodóvar e Mar adentro di Alejandro Amenavar, fra i tanti.

Dal 2005 ad oggi ha acquisito i diritti televisivi, come Direttore di settore, di 150 produzioni, fra le quali Caótica Ana di Julio Médem, Volver di Pedro Almodóvar, El Camino de los Ingleses di Antonio Banderas, En La Ciudad De Sylvia di José Luis Guerín e Fados di Carlos Saura. Ha ottenuto premi e riconoscimenti nazionali ed internazionali per il suo intenso lavoro di produzione e di attività televisiva; ha partecipato come giurato ed esperto a numerosi festival ed appuntamenti internazionali sull’audiovisivo e sul cinema in particolare (fra i quali Festival di Huelva, Festival de La Habana, “Festival Internacional de Cine Independiente de Buenos Aires” BAFICI).

 

Gian Vittorio Baldi

Si ama definire un ricercatore e si occupa nello specifico di percezione visiva. L'immagine in movimento si è tradotta con lui in numerosi film e cortometraggi, realizzati e prodotti, e una serie di pubblicazioni e di lezioni tenute in varie Università del Mondo. Nonostante sia conosciuto prevalentemente negli ambienti specialistici e degli addetti ai lavori, ha ricevuto oltre 100 riconoscimenti in tutto il mondo tra cui: 2 Leoni d'Oro al Festival di Venezia, una Nomination all'Oscar,Nastro d'Argento, Grolla d'Oro …

Ha prodotto 28 lungometraggi e 200 cortometraggi, tra cui un film di Robert Bresson, un film di Jean Luc Godard e due di Pier Paolo Pasolini. Al Festival di Berlino nell' anno 2003 i critici tedeschi hanno giudicato uno dei suoi film -"Fuoco"- uno dei 5 film migliori della storia del cinema italiano tra gli anni '60 e '70. Anche il suo ultimo film Il Temporale/ Nevrijeme (1998) è stato giudicato uno dei migliori film del cinema italiano degli anni 90 (Retrospettiva del Cinema Italiano Festival Internazionale di Pesaro, 2000).

Nell' agosto del 2005 gli Stati Generali del Cinema Francese gli hanno dedicato un Festival, unica personale di un regista italiano insieme a Vittorio de Seta, da venti anni a questa parte. In giugno 2006 una retrospettiva al Midnight Sun Film Festival in Lapponia. E' il primo a cui viene attribuito l'uso della presa diretta in Italia nell'immediato secondo dopoguerra. Le sue opere brevi costituiscono il passaggio dal documentario al racconto cinematografico. Suo è il primo film lungometraggio girato in Italia in pellicola 16mm, sconvolgendo tutti i piani di produzione precedenti, perché terminato nell'arco di soli 14 giorni.

E' autore di un Manifesto del 1953, da lui chiamato "Tema e dettato", a cui è rimasto sostanzialmente fedele fino ad oggi: presa diretta, macchina a spalla, luce naturale, no al montaggio manipolatore, attori visti come modelli, no al commento musicale, il racconto girato nell'ordine sequenziale della narrazione. I suoi film per questa ragione, a distanza di 40 e 50 anni, costituiscono un documento valido anche per il futuro dell'immagine in movimento.

 

Miguel Mato

Regista e produttore argentino di cinema e cinema a carattere pubblicitario, nato il 18 Settembre 1952. Ha realizzato i lungometraggi documentari Espejitos de colores, Gambartes , Verdades esenciales, Losada, la letra de los otros, Una modesta Proposición, ¡Nunca más! ¡prohibido olvidar!.

In corso di realizzazione il documentario di finzione Haroldo Conti, homo viator e in post-produzione Gogo Andreu, hambre nunca pasé.

Per la televisione, ha girato i film Open a door (Ragdoll/BBC di Londra) e Anita y Juan.

 

Fernando Pimenta

Nasce a Río de Janeiro, Brasile. Frequenta la “Escuela de Bellas Artes” e l’Istituto di Disegno Grafico della sua città natale. Per alcuni anni lavora come grafico indipendente nel mondo della moda e negli imballaggi in plastica e vetro; realizza inoltre illustrazioni per la rivista Fairplay. Partecipa a varie mostre collettive, come quella del Manifesto del Cinema Brasiliano, tenutosi a La Habana, Cuba, e l’Esposizione di Diseñadores Brasileños, organizzata dal Club dei Direttori Artistici di New York, tra le altre.

La rivista Print riproduce alcuni dei suoi lavori sotto il titolo “Brazil Design”. Riceve numerosi riconoscimenti: è stato selezionato per partecipare alla “Exposición de Carteles Internacionales” che si realizzò presso il Grand Palais, a Parigi, Francia, nel 1986. Ha ottenuto il primo premio, in due occasioni: nel “Concurso de Carteles del Festival Internacional de Cine Latinoamericano”, che si è tenuto a La Habana, Cuba, nel 1986 e 1988, e anche nel “Certamen de Carteles” del Festival di Gijón, Spagna, che si è realizzato nel 1987.

L’Unione Nazionale degli Scrittori e Artisti di Cuba (UNEAC), con sede a La Habana, gli ha conferito il premio speciale della Sezione Arti Plastiche. E’ autore del logo del Festival del Cinema Latino Americano di Trieste e realizzatore del manifesto della presente edizione.

REGOLAMENTO

Regolamento cinelatinotrieste 2007.pdf

 

Il Festival

Il Festival del Cinema Latino Americano, organizzato dall’APCLAI (Associazione per la Promozione della Cultura Latinoamericana in Italia), dal 1990 ha fatto di Trieste la propria casa. Fin dalla sua nascita, nel 1985, si configura come l’evento cinematografico più completo sul continente in Europa.

Maggiori dettagli

 

progetto grafico

Affiche_cinelatinotrieste_2007

Affiche cinelatinotrieste 2007.jpg

Logo cinelatinotrieste.jpg

 

Archivio edizioni

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