"Il film" scrisse da Claudio España "pretende di ricreare l’epoca del sequestro di Abel Ayerza e le operazioni di una banda di mafiosi italo-rosariani che hanno come punto di riferimento i leggendari ricercati don Chico grande e Agata Califfi, che dirigevano bordelli, maneggiavano ingenti fortune, sequestravano bambini e morivano per un colpo di pistola come la maggior parte dei malviventi. C’è una buona caratterizzazione dei personaggi, con una minuziosa ricreazione degli anni ´30, una particolare cura per certi ritrovi di italiani dell’Argentina di quegli anni". Torre Nilsson disse: "Sto facendo ugualmente un lavoro allegro con quest’opera, che è un po’ un film di pistoleri, ma che è anche un film d’azione, e che possiede allo stesso tempo un substrato sociale, cosa che mi affascina, perché i personaggi hanno delle sfumature, perché le loro situazioni sono ricche, perché stiamo lavorando con una documentazione molto interessante e che mi fornisce elementi che mostrano la realtà di un paese così com’era. Credo che sia importante lasciare delle testimonianze su queste realtà. Mi diverte molto farlo… Sento che sto maneggiando molti fili e che posso farlo con fluidità".